Una riforma vera del lavoro deve ridurre le forme di lavoro precarie e aumentare i diritti di chi lavora e soprattutto deve estendere le tutele e gli ammortizzatori sociali anche per per quelli che non li hanno. Cosi’ il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, conferma il suo giudizio negativo nei confronti del dl lavoro che a suo parere rende tutto piu’ precario. Il nocciolo della questione, ha spiegato il sindacalista a margine di un incontro a Milano, e’ far ripartire gli investimenti e creare lavoro. Non e’ vero che oggi le imprese non assumono perche’ c’e’ poca precarieta’, oggi le imprese licenziano e chiudono e non assumono perche’ non c’e’ lavoro. E’ per questo, ha concluso Landini, che le politiche del governo devono cambiare.Governo, la forza politica di renzi deriva da errori sindacatoLa forza politica di Matteo Renzi e’ frutto degli errori che il sindacato ha fatto e della poca autonomia che il sindacato ha avuto nei confronti della politica e dei governi. Ne e’ convinto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che lo ha sottolineato a margine di un incontro a Milano. A suo giudizio, i sindacati conferederali hanno commesso errori gravi negli ultimi anni. Risultato? Le pensioni non ci sono piu’, la precarieta’ e cresciuta e i salari sono piu’ bassi. Il che, secondo Landini, vuol dire che non hai ostacolato e messo un campo una tua idea. Serve dunque un cambiamento a partire dalla riduzione del numero degli attuali 280 contratti nazionali di lavoro. Bisogna andare verso il sindacato dell’industria – e’ la parola d’ordine del numero uno della Fiom – con pochi contratti affinche’ a parita’ di lavori corrisponda parita’ di diritti. Dito puntato contro la Cgil, che ha fatto l’errore di non capire fino in fondo cosa succedeva alla Fiat, si diceva che la Fiat era un fatto tecnico e un caso irripetibile e non si e’ capito che eravamo di fronte a un processo che ha messo in discussione contratti e l’esistenza stessa del sindacato e della contrattazione collettiva dentro le imprese. Questi mi sembrano errori gravi e c’e’ bisogno di un cambiamento di strategia e penso che gli esiti del congresso indichino che di questa discussione c’e’ assolutamente bisogno. Percio’, secondo il sindacalista, la Cgil deve rendersi conto che deve cambiare. ASCA
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