La partita per la Lucchini resta aperta anche per Klesch e Smc, le due societ che non hanno presentato tutta la documentazione necessaria ad accedere alla due diligence, e ad altre realt eventualmente interessate a rilevare il grande complesso siderurgico in crisi. Lo dice il responsabile per la siderurgia della Fiom, Gianni Venturi, al termine dell’incontro al ministero dello Sviluppo: chiunque potr presentare un’offerta vincolante e non solo le sette aziende su nove che hanno fatto l’offerta non vincolante ammesse adesso alla due diligence. Delle sette, due sono per acquistare solo lo stabilimento Lucchini di Lecco e cinque anche per Piombino. Di queste tre acquisterebbero l’intero gruppo (Piombino, Lecco e Condove) e sono le indiane Jspl (Jindal steel and power) e Jsw (Jindal south west) e Steelmont, le altre due sono interessate solo a Piombino. Comunque tutte le cinque non sono interessate all’area a caldo ma soltanto ai laminatoi. Solo Jspl dice di poter forse in seguito costruire un forno elettrico.Anche il giordano Khaled al Hababeh, patron di Smc, che per ora ha presentato la sua offerta in modo assai irrituale oltre a essere stata svelata una sua inquitante storia pregressa con la giustizia Usa, ma che l’unico a avere fatto un’offerta per l’intero ciclo integrale dell’acciaio e dunque per il mantenimento dell’occupazione.Il vice ministro, racconta Venturi, ha anche consentito con i sindacati sul fatto che l’accordo di programma, il cui protocollo tra governo e istituzioni locali gi stato firmato, deve essere la guida per qualsiasi trattativa con chiunque alla fine comprer l’acciaieria di Piombino.Sar l’unica forza che avremo se Smc dovesse sparire, ammette De Vincenti. Perch tute le altre proposte parlano di acquistare solo i laminatoi che lavorano l’acciaio prodotto altrove e non vogliono l’area a caldo dove l’acciaio si fa e dove lavora pi della met dei duemila dipendenti Lucchini. L’accordo di programma, su cui De Vincenti ha detto di avere gi convocato una riunione venerd, prevede che l’altoforno resti per ora acceso, in previsione di venire trasformato, anche con fondi Ue messi a disposizione dalla Regione, nei pi ecologici forno elettrico e Corex, che l’occupazione venga mantenuta e che si colleghi la Lucchini con la rottamazione delle navi da farsi nel porto. Se mancasse Smc, l’unica offerta suscettibile di venire trattata e migliorata alla luce del’accordo di programma sembra quella della Jindal Steel, uan delle due offerte dei fratelli indiani Jindal che gestiscono diversi marchi dello stesso grande gruppo Jindal che non si occupa solo di acciaio, ma anche di energia, infrastrutture, Oil&Gas, materie prime. Ilaria Ciuti da repubblica.itRossi, non parteggiamo per questo o per quelloLa mia posizione sempre stata lineare: non abbiamo mai parteggiato per questo o quello. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, parlando delle offerte per rilevare la Lucchini di Piombino, e ricordando l’incontro di domani a Roma fra istituzioni e sindacati. Noi parteggiamo per l’accordo di programma che dobbiamo finire di scrivere col Mise – ha spiegato, a margine di un’iniziativa in Regione – che prevede la realizzazione del Corex, dell’impianto siderurgico elettrico, l’utilizzo di tutti gli impianti che attualmente sono in quell’area, e un saldo occupazionale senza arretramenti rispetto alla situazione attuale. Rossi ha ricordato che abbiamo fatto gi un investimento importante sul porto, che al di l della Costa Concordia d all’area una competitivit unica in tutto il Mediterraneo: per questo credo che l’elemento-porto abbia spinto anche altri a presentare l’offerta. Chiediamo che il commissario faccia la sua parte, e che si proceda a una trattativa tra il governo e l’eventuale imprenditore che si dichiara disponibile a questa avventura, in modo che si possano attivare altri finanziamenti pubblici. A questo proposito il governatore toscano ha sottolineato che nel nostro piano operativo regionale di investimento dei fondi strutturali abbiamo previsto 40 milioni per il Fondo per lo sviluppo europeo e altri 30 mln per il Fondo di sviluppo delle aree arretrate. Il nostro sforzo lo stiamo facendo, ce la mettiamo tutta: ora tocca agli imprenditori, per una parte, e al governo assumersi gli impegni di politica industriale. Secondo Rossi infatti qui non si tratta di un normale commissariamento: questo un grande intervento di politica industriale del Paese, si parla del secondo polo siderurgico: se ci sar la riconversione ecologica che le istituzioni hanno fin dall’inizio sostenuto ci sar una pagina nuova della siderurgia nel nostro Paese.(ANSA).
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