La polizia e la Gdf hanno eseguito arresti nell’inchiesta sul rogo del primo dicembre 2013 alla ditta ‘Teresa moda’, a Prato, nel quale morirono 7 lavoratori cinesi. Gli arrestati sarebbero 5, fra misure cautelari in carcere e ai domiciliari. Fra gli arrestati ci sono cinesi e italiani. Fra le accuse l’omicidio colposo plurimo.Nei giorni successivi al rogo, la procura iscrisse nel registro degli indagati quattro persone, tutte cinesi: la titolare dell’azienda, ufficialmente residente a Roma, e tre gestori di fatto. I reati ipotizzati erano omicidio plurimo colposo, disastro colposo, omissione di norme di sicurezza, sfruttamento di mano d’opera. La ditta era un pronto moda. L’incendio si svilupp nell’angolo del capannone adibito a cucina. Le vittime dormivano in un soppalco, in loculi ricavati con cartone e cartongesso. Oltre ai sette morti ci furono tre feriti.(ANSA).Rogo Prato: italiani arrestati,conoscevano abusi in immobileÿ Sono due gli italiani arrestati nell’inchiesta sul rogo in cui, il primo dicembre 2013, a Prato morirono sette operai cinesi. Si tratta di Giacomo Pellegrini e Massimo Pellegrini, soci della Mgf di Prato, la ditta proprietaria del capannone che and a fuoco. Loro – ha spiegato il procuratore di Prato, Piero Tony – sapevano che dentro quell’immobile c’erano abusi edilizi. Riferendosi a questo aspetto, il procuratore ha quindi definito gli arresti di oggi come il frutto di un salto culturale. Finora – ha detto – non era mai accaduto che si formalizzasse un provvedimento del genere. I due italiani sono finiti ai domiciliari per il pericolo di inquinamento delle prove. In tutto gli arresti sono cinque. In carcere sono finiti tre cinesi, che gestivano la ditta: due sorelle e il marito di una di queste. La coppia era nel capannone al momento del rogo. Per loro si ipotizza il pericolo di reiterazione del reato, perch stavano per aprire una nuova ditta.(ANSA).Rogo Prato: gip, pi le norme violate che quelle rispettateÿ Ci sono violazioni accertate cos gravi e dannose che non c’ da chiedersi quali norme siano state infrante ma quante ne siano state rispettate. Lo scrive il gip di Prato nell’ordinanza con cui dispone gli arresti per cinque persone nell’inchiesta sul rogo in cui, il primo dicembre 2013, a Prato morirono sette operai cinesi. Una sesta persona, cinese, prestanome dei titolari della ditta, indagata. Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile di Prato. I reati ipotizzati sono omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro aggravata dal disastro; incendio colposo aggravato; omicidio colposo aggravato plurimo; favoreggiamento aggravato, a fini di profitto, della permanenza sul territorio dello Stato di clandestini. Secondi gli investigatori, i proprietari dell’immobile, due italiani arrestati, avevano piena consapevolezza degli abusi edilizi realizzati nei locali, nonch delle condizioni illecite di uso promiscuo, industriale ed abitativo, che di detti locali veniva fatto uso, nonch della totale assenza delle bench minime condizioni di sicurezza. Sempre in base a quanto emerso, i dipendenti lavoravano anche 1416 ore al giorno, anche in orario notturno, senza alcuna previsione di riposo settimanale e vivevano nel capannone in soppalchi in legno e cartongesso, in totale assenza delle bench minime condizioni di sicurezza in materia di infortuni e antincendio. Oltre agli arresti scattato il sequestro di un altro capannone dei proprietari di quello andato a fuoco, per un valore di 200 mila euro.(ANSA).
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