?Nel 2012 circa 19mila donne hanno abbandonato il lavoro per la nascita di un figlio. Mancano i servizi, c’ difficolt nell’acccedere al part time o all’orario flessibile, le condizioni economiche non permettono di affrontare il costo di un asilo nido. E’ una grandissima limitazione della libert ?. Cos Loredana Taddei, responsabile del dipartimento per le Politiche di genere della Cgil, spiega ai microfoni di RadioArticolo1ÿ il senso della mobilitazione messa in piedi dal sindacato di Corso Italia per l’8 marzo. ?Ci saranno molte iniziative nei territori: proiezioni di video sulla condizione femminile, pice teatrali, assemblee pubbliche, mostre fotografiche, tavole rotonde, conferenze stampa. In ogni territorio, in ogni citt italiana, ci saranno iniziative della Cgil?.Disparit salariali, difficolt di conciliare vita e lavoro, il dramma della violenza (in Europa la subisce una donna su quattro). Su tutte, la questione della libert . Per questo la Cgil ha scelto lo slogan ‘Libert condizione di genere femminile’. ?Siamo costrette ancora oggi – prosegue Taddei – a difendere la legge 194, l’interruzione volontaria di gravidanza, a causa degli obiettori di coscienza che in alcune regioni arrivano al 90%. Ma libert vuol dire anche programmare la maternit , cosa quasi impossibile tra un welfare ridotto ai minini termini e la precariet del lavoro. Cos viene messa in discussione l’autodeterminazione conquistata con fatica negli anni passati?.?Continua a prevalere il modello tradizionale italiano – osserva ancora Taddei – che vede lo Stato lasciare alla famiglia, cio alle donne, l’impegno diretto nella cura dei bambini e degli anziani. E sono sempre pi scarsi, per via dei tagli continui, i servizi che invece permettono alle donne di lavorare, di dedicarsi alla vita privata. Il governo deve creare lavoro e agire sulle politiche di conciliazione che non sono una questione femminile e nemmeno una questione privata, ma un obiettivo da perseguire in un nuovo patto che riguarda l’intera societ ?.Per l’8 marzo si mobilita anche il comitato ?Women are Europe?, come spiega ancora a RadioArticolo1 la coordinatrice Lea Fiorentini. ?Le donne scenderanno in piazza in tutta Europa e non solo per dire ‘io decido’, dopo che lo hanno gi fatto lo scorso primo febbraio (protesta nata per difendere i diritti delle donne spagnole, ndr). Il tema dell’autodeterminazione va difeso per l’ennesima volta, un obbligo?.Tra gli appuntementi italiani, quelli di Torino, Biella, Valsusa, Milano, Padova, Bologna, Ravenna, Firenze, Siena. Quanto alla situazione spagnola non ci sono novit , aggiunge Fiorentini: C’ una volont di far scemare la tensione e forse aspettare, questa un’ipotesi, le elezioni europee per vedere anche come sar la composizione del prossimo Parlamento e poi decidere su questa legge. Le dichiarazioni di Gallardn e del Partito popolare non fanno ben sperare, almeno per quanto dicono. Qualche rottura c’ stata della maggioranza, ma non abbastanza per sperare in un passo indietro?. da www.rassegna.it, INZIATIVE FIRENZE E TOSCANA
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