Ue: Cgil, non sia pretesto per avviare presto e male azione economica

Il governo non deve usare le osservazioni che arrivano oggi da Bruxelles per avviare presto e male la sua azione economica. Al contrario, deve leggere bene quelle osservazioni, e farsi promotore in Europa di un cambiamento radicale delle politiche economiche: quelle attuali, segnate da una cieca austerita’, hanno fallito, senza aver generato alcuna ripresa ne’ tanto meno curato il debito pubblico. E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, in merito alle parole di oggi del commissario agli affari economici, Olli Rehn, cosi’ come l’analisi della stessa commissione Ue sugli squilibri macroeconomici. E’ una preoccupazione, la nostra – prosegue il dirigente sindacale -, che avanziamo da subito perche’ quei dati non possono essere usati come un pretesto per determinare un avvio errato delle politiche economiche. Anche perche’, a leggere bene l’analisi della commissione, si conferma la necessita’ di un cambiamento deciso delle stesse politiche europee. Basterebbe sottolineare come il ‘miglioramento’ della bilancia commerciale sia in realta’ solo il risultato di un drastico calo dei consumi e dei beni importati. E’ cioe’ il frutto di un passo indietro delle importazioni, dovute alla caduta dei consumi, non certo di un aumento delle esportazioni. Per Barbi insomma le osservazioni giunte oggi dimostrano come la situazione non sia affatto buona e che vada cambiata, a partire dalle politiche stesse europee. Per questo invitiamo il governo a cogliere in queste osservazioni, dall’evidenza dei dati, la necessita’ di aprire una discussione che coinvolga i partner europei e la commissione Ue per determinare un cambiamento delle politiche: quelle attuali, fondate sull’austerita’, hanno fallito, non generando alcuna ripresa, senza curare il debito pubblico. ASCA

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