Amarezza: questo il sentimento espresso in una nota dalla Rsa dei lavoratori del Maggio musicale fiorentino e da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal, in merito agli aumenti salariali per le figure apicali e dirigenziali della Fondazione lirica. I sindacati rilevavano che i lavoratori della Fondazione, per riparare ad una situazione critica da essi non provocata, ma certamente generata da scelte e comportamenti altrui, hanno rinunciato a parte dei loro stipendi, accettato, nonostante il depauperamento salariale, una maggiore flessibilit negli orari e nelle condizioni di lavoro e a breve si vedranno trasferiti, in un consistente numero, in altre realt lavorative ancora oggi non ben definite. A fronte di tutto ci, si rileva, la Direzione del Teatro ha ritenuto opportuno accordare aumenti salariali non curante del contesto appena descritto e in cui essa stessa opera. L’impatto fortemente demotivante che questa decisione sta producendo su tutti i lavoratori, non tanto per la sostanza, ma quanto per modi e tempi in cui stata realizzata, si ritiene non debba essere assolutamente da sottovalutare. Parlare genericamente di motivi meritocratici, sui quali non si vogliono esprimere giudizi, o fare riferimento ad altre realt del panorama lirico sinfonico nazionale per giustificare gli aumenti salariali attribuiti alle figure dirigenziali significa sostenere un sillogismo pericoloso, che a coloro che hanno visto decurtato il proprio stipendio (peraltro tra i pi bassi d’Italia), lo hanno ricevuto dopo continui, lunghi e tutt’ora presenti ritardi, hanno affrontato la situazione con grande maturit e senso di responsabilit senza un’ora di sciopero, a coloro, ai lavoratori, che va imputato di non aver lavorato al meglio. I fatti parlano in modo diverso, il successo delle recite di Nabucco e Butterfly lo dimostrano.(ANSA).
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