Accordo fatto per le modifiche all’Italicum. Il raggiungimento dell’accordo e’ stato fatto filtrare dal Pd e riguarda quelle correzioni che erano state ipotizzate gia’ da ieri. Per ora si e’ in presenza di un accordo tecnico-politico tra Pd e FI, che nelle prossime ore, durante una seduta notturna della Commissione Affari Costituzionali della Camera, dovranno essere formalizzati in un emendamento, probabilmente presentato dal relatore Francesco Paolo Sisto (Fi). La notizia dell’accordo per ora ha avuto come sola fonte il Pd, ma non essendoci voci contrarie da parte di FI lo si puo’ ritenere raggiunto, anche se per ora solo virtualmente. La modifica principale riguarda la soglia per fare scattare il premio di maggioranza, che dall’iniziale 35% sale al 37%. Contemporaneamente il premio scende dal 18% al 15%, conservando sempre il carattere di elasticita’, nel senso che il pieno del 15% scatta alla soglia del 37% per raggiungere il 53% dei seggi. Lo stesso premio e’ destinato a diminuire in proporzione ai voti raggiunti superiori al 37%. Resta fissato che se nessuno raggiunge il 37% dei voti si procede ad un secondo turno di ballottaggio tra le due liste o coalizioni che hanno ottenuto piu’ voti. Chi vince guadagna il 55% dei seggi. Invariata la norma che prevede liste corte e senza preferenze. Ulteriore modifica e’ quella della soglia per i partiti in coalizione che scende dal 5 al 4,5%. Novita’ anche per le candidature plurime che dovrebbero pero’ avere un tetto di 3 o 4 circoscrizioni. Sembra che sia stata accolta anche la cosiddetta clausola salva-Lega Nord, che permetterebbe il passaggio dei partiti minori che non raggiungono il 4,5% nazionale, ma che lo ottengono in 7 circoscrizioni tra loro limitrofe. Restano invariate le altre soglie: quella dell’8% per i partiti che si presentano da soli e il 12% per le coalizioni. Non si esclude -secondo la versione data da Romano di Scelta Civica- un’ulteriore modifica per l’abbassamento della soglia al 4% e per lo scorporo dei voti ai fini del premio per la coalizione dei partiti minori, che non riescono a superare la soglia. Per quanto riguarda la riscrittura dei collegi, accordo per una delega al governo ma da realizzarsi in 45 giorni e non piu’ in 90 come proposto inizialmente. L’accordo di modifica raggiunto al termine di una mattinata fitta di contatti, con epicentro l’ufficio di Matteo Renzi nella sede del Nazareno, dove il segretario – che nelle ultime ore ha avuto colloqui telefonici anche con Silvio Berlusconi e Angelino Alfano – era coaudiuvato dai suoi piu’ stretti collaboratori, tra cui Maria Elena Boschi e Lorenzo Guerini, dovra’ essere formalizzato nella riunione della Commissione Affari Costituzionali. A causa della sovrapposizione con l’Aula per l’approvazione del dl Imu-Bankitalia, il presidente Francesco Paolo Sisto ha annullato la seduta delle 14,30 per convocarla in serata, 20 minuti dipo la fine dei lavori dell’Aula. E’ quindi prevista una seduta notturna, ma propbabilmente non ce la fara’ a concludere visti gli oltre 250 emendamenti presentati. Siccome non c’e’ un vincolo a concludere con un voto finale, Sisto ha spiegato che se non riusciremo a finire in tempo andremo in Aula con il testo base o comunque, anche se riuscissimo a fare qualche votazione, approderemo in Assemblea portando il testo fin dove si e’ arrivati. ASCAL. Elettorale: Cgil, serve ma senza ombre di incostituzionalit Serve una nuova legge elettorale ma ?indispensabile? che su questa non vi siano ?ombre di incostituzionalit ?. E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, in merito alla discussione sulla futura legge elettorale, alla luce delle indicazioni espresse nella sentenza della Corte Costituzionale.?I profili di incostituzionalit accolti dalla Corte – spiega in una nota il dirigente sindacale – devono costituire le linee guida per la formulazione della nuova legge elettorale. In particolare, auspichiamo che sia approvata una normativa volta ad allargare la partecipazione democratica dei cittadini per la definizione della rappresentanza parlamentare, rispettosa del principio dell’eguaglianza del voto e che non alteri in misura ‘sproporzionata’ il rapporto tra voti espressi e seggi ottenuti. ? importante che si rispetti il dettato che la previsione di meccanismi premiali non pu generare una ‘eccessiva sovra-rappresentazione della lista di maggioranza relativa’, provocando una distorsione tra voti e seggi, incompatibile con il principio di eguaglianza del voto?. La sentenza ricorda, inoltre, ?che le funzioni attribuite ai partiti politici al fine di eleggere le assemblee devono ‘essere preordinate ad agevolare la partecipazione alla vita politica dei cittadini ed alla realizzazione di linee programmatiche’. E ci pu avvenire unicamente individuando un sistema di voto che ricostruisca un rapporto libero e diretto tra corpo elettorale e candidati?.Per la Cgil, spiega Barbi, ?se sicuramente decisivo che il Parlamento riesca ad approvare una nuova legge elettorale, consideriamo, altres, indispensabile che sulla nuova legge non vi siano ombre di incostituzionalit che possano dar seguito a nuovi ricorsi e nuovi pronunciamenti della Corte Costituzionale. Le crisi del sistema politico-istituzionale che sta attraversando da troppo tempo il Paese raggiungerebbe un punto di non ritorno se i cittadini fossero, nuovamente, chiamati a votare con un sistema che non rispetti fedelmente i principi costituzionali di rappresentativit ed eguaglianza. Confidiamo che il Parlamento sapr fare proprie le motivazione della sentenza promulgata dalla Corte in cui, pur riconoscendo costituzionalmente legittimo l?obiettivo della governabilit e della stabilit , si ribadisce che tale obiettivo non pu essere perseguito a scapito dei principi costituzionali di rappresentanza e di uguaglianza del voto e che la sede esclusiva della rappresentanza politica nazionale sono le assemblee parlamentari e non i governi?, conclude Barbi. da www.cgil.it,
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