Nell’assortito repertorio delle accuse indirizzate alla Cgil in merito alle co-responsabilit? del sindacato per l’attuale situazione (disastrosa) economica italiana, una spicca su tutte: la Cgil non tutela i precari e in generale non si interessa dei lavoratori atipici. Fingiamo per un attimo che tale provocazione intellettuale” non venga blaterata in modo ossessivo dallo stesso sistema di potere che negli ultimi 20 anni ha “governato” l’Italia. Se si prova a rimettere insieme i pezzi, e spinti dalla necessit? di essere sintetici, potremmo dire che il sistematico attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, in nome della competitivit?, ha generato una “giungla” di contratti e norme, difficile anche da descrivere nella sua complessit?. Davanti a tali sfide i soggetti istituzionali, politici e sociali hanno scoperto di essere impotenti. Il resto, almeno per quello che riguarda la nostra organizzazione, ? storia nota. La Cgil, negli ultimi anni, ha percorso diverse strade e possibili soluzioni, ottenendo anche dei risultati importanti. Tuttavia, malgrado gli sforzi, la crisi economica ha ricordato, in modo drammatico, l’impellente necessit? di offrire tutela sindacale agli “esclusi”.Quando, alla fine del corso di formazione organizzato dalla Cgil Toscana, ci rendemmo conto che tutti vedevamo il potenziamento della contrattazione inclusiva nella nostra Regione come punto focale, sapevamo di “puntare alto”. Questo ? stato il nostro approccio non appena abbiamo pensato il progetto che inizia con il laboratorio di gioved prossimo. Sappiamo che questo ? solo un “pezzo” del nostro percorso e che ancora tanti pezzi andranno aggiunti, ma sappiamo anche che aspettare non ? pi? possibile. La difficile situazione di milioni di lavoratrici e lavoratori italiani suggerisce, anche agli osservatori pi? distratti, che includere i lavoratori meno tutelati nella contrattazione aziendale e sociale pu? fare la differenza tra “amare” e “odiare” il proprio lavoro. La nostra idea di contrattazione inclusiva probabilmente non ci permette di “contrattare” per intero la felicit? dei lavoratori, ma ci avvicina senz’altro ad un mercato del lavoro pi? equo, pi? sostenibile per ogni lavoratore. Noi, pi? modestamente, con tutte le compagne e i compagni della Cgil, vogliamo essere corpo concreto della contrattazione inclusiva nel territorio toscano, convinti che solo partendo dal lavoro e dalla sua tutela siamo stati e saremo in grado di modificare la condizione materiale delle persone.di Luca D’Onofrio, Marusca Gaggi e Giuseppe Martelli(Coordinatori Progetto Giovani Cgil Toscana)”
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