In una congiuntura economica negativa come l’attuale, i fenomeni diffusi di corruzione, al di la’ della gravissima compromissione dei valori etici, comportano anche pesanti conseguenze economiche. La corruzione, infatti, non solo riduce la qualita’ dei servizi, incide sulle entrate fiscali, aumenta l’ingiustizia sociale e la poverta’, ma anche la sua semplice percezione basta a costituire un ostacolo alla crescita, in quanto scoraggia gli investimenti. Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti facente funzioni, Raffaele Squitieri, intervendo a Varenna al 59 Convegno di studi amministrativi sul tema Politica e amministrazione della spesa pubblica: controlli, trasparenza e lotta alla corruzione. La lotta alla corruzione e alla cattiva gestione, pertanto, – ha proseguito Squitieri – costituiscono per il nostro Paese obiettivi primari ed irrinunciabili. Le ragioni dell’erario, sospinto dalla necessita’ di recuperi di efficienza da un lato e dalla necessita’ di arginare le aree di spreco di risorse dall’altro, postulano, in questo contesto di perdurante crisi, anche un riordino, vasto e radicale, delle istituzioni pubbliche, degli apparati e delle procedure, quale presupposto essenziale per privare del terreno di coltura l’illegalita’ e per restituire alla societa’ maggiore fiducia nel funzionamento dell’ordinamento democratico. Inoltre, per il Presidente della Corte dei Conti f.f., in questo periodo di crisi economica e sociale forte e’ l’esigenza di un radicale ripensamento delle politiche pubbliche: dalla revisione della spesa pubblica all’eliminazione degli sprechi, dal potenziamento dei controlli alla semplificazione di norme e procedure, alla prevenzione e alla lotta alla corruzione. Un ruolo rilevante nella lotta alla mala gestione puo’ continuare ad essere assicurato – con le nuove funzioni recentemente attribuitele dal legislatore – proprio dalla Corte dei conti, che nei suoi 150 anni di vita si e’ sempre rigorosamente ed efficacemente mossa quale organo al servizio dello Stato-comunita’, come magistratura neutrale ed indipendente, e quindi garante imparziale, con tutte le sue articolazioni, della correttezza delle gestioni pubbliche. ASCA
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