TAGLIO TRIBUNALI: ALL’ELBA SINDACI IN CORTEO, NO CHIUSURA CGIL CISL UIL, DA DOMANI CAOS

Corteo per le vie di Portoferraio degli otto sindaci e degli avvocati dell’isola d’Elba, oggi, contro la chiusura e il trasferimento a Livorno del tribunale elbano. Ad aprire il corteo la bandiera dell’Elba con appese anche un paio di mutande per lanciare il messaggio, Š stato detto, che ‘siamo rimasti in mutande’. Si subisce per l’ennesima volta la scelta, questa volta da parte dello Stato, che impoverisce ancora di pi— i nostri territori – ha spiegato Andrea Ciumei, vice presidente Ancim (Associazione nazionale comuni isole minori) e sindaco di Marciana Marina -. Il grido del popolo elbano in corteo stamani si riassume in una sola parola: ora basta. Non siamo pi— disposti a seguire infatti la logica dei parametri che ridimensiona l’Elba in funzione dei numeri della popolazione. Siamo la terza isola d’Italia e chi ci governa deve decidere se l’Elba deve essere abitata o, in alternativa, se si deve costringere gli elbani a migrare al pari dei nostri servizi essenziali. (ANSA).GIUSTIZIA: CGIL, CISL DE UIL, CON ROFORMA GEOGRAFIA DA DOMANI CAOSNonostante avessimo evidenziato per tempo le criticita’ del riordino degli uffici giudiziari, il precedente e l’attuale Governo si sono mostrati sordi al piu’ comune buonsenso. Da domani si rischia il caos negli uffici giudiziari, un caos annunciato ed evitabile. Questo il contenuto di una nota congiunta di Fp-Cgil, Fp-Cisl e Uil-Pa in merito al riordino della geografia giudiziaria. I sindacati scendono sul piede di guerra e chiedono la riorganizzazione complessiva del sistema giudiziario a partire da digitalizzazione, riordino delle funzioni e degli uffici, programmi per il controllo di gestione, centralita’ del servizio, organici e valorizzazione delle professionalita’ interne. E’ evidente che non potremo arrenderci all’arretramento dello Stato e del sistema giustizia dal territorio e che la nostra mobilitazione sara’ sempre piu’ forte – prosegue la nota unitaria dei tre sindacati – incrociandola con le tante mobilitazioni in atto in queste ore nate sul territorio a difesa dei presidi di legalita’. Dall’incertezza sulle sorti del personale, passando per il mancato rispetto delle norme e per il caos logistico e organizzativo venutosi a creare, e’ oggi evidente che il nostro non era un allarme immotivato e dovuto a logiche corporative. I responsabili e le responsabilita’ di questo sicuro fallimento sono noti: l’incapacita’ dei vertici amministrativi nell’attuare la riforma, la sordita’ della ex-Ministra Severino e dell’attuale responsabile della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, l’indifferenza e l’incapacita’ di ascolto – prosegue la nota – sono la causa principale di un grave colpo allo stato di diritto. Per questo se davvero il Ministro, come ha annunciato, vuole monitorare disagi e disservizi, ci convochi subito. E metta mano a una riforma che cosi’ com’e’ non fara’ che provocare danni non solo ai lavoratori, ma soprattutto a cittadini e imprese. ASCA

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