C’? un popolo in Italia al quale chi governa si rivolge ogniqualvolta c’? da fare cassa. ? il popolo dell’IRPEF. Di questo popolo coloro che hanno la ritenuta alla fonte (lavoratori dipendenti e pensionati) sono la parte preponderante. La loro contribuzione, da sola, copre circa il 90% del totale del gettito. Nonostante questa paradossale situazione e nonostante i solenni giuramenti sull’equit?, si ? di nuovo pariti da loro. Partiti ed arrivati.Basta leggere la distribuzione e il peso del gettito di questa manovra economica per capire che ? prevalentemente a carico dei soliti noti. Per cercare di confondere un po’ l’opinione pubblica e togliersi si dosso il peso delle proprie responsabilit?, l’Esecutivo ha scelto la tecnica della bomba a grappolo, procastinando parte degli effetti dei propri tagli su Regioni e Comuni in moda da affidare di nuovo (? la terza volta) alle autonomie locali il compito doloroso e impopolare di tagliare servizi e aumentare i costi per i cittadini. Pagheremo di pi? ed avremo di meno. Lo ha deciso il Governo, ma lo fa fare a sindaci e presidenti di Regione. E pensare che erano quelli del federalismo!D’altra parte, in tema di etica della responsabilit?, si commenta da sola l’idea che sa di rappresaglia di rifarsi sui lavoratori pubblici per gli errori commessi da dirigenti e da amministratori.Come se non bastasse, con un’insistenza che non finisce mai di sorprendere, il ministro per le Divisioni Sindacali non ha saputo neppure stavolta rinunciare al suo ossessivo accanimento contro i lavoratori italiani. Nonostante l’esplicito invito di tutte le parti sociali a non interferire nelle materie di loro competenza, hanno introdotto nel decreto governativo: attacco al contratto nazionale, all’art. 18, all’autonomia delle parti. Ha persino pensato di farlo retroattivamente, in modo da favorire la FIAT nei contenziosi giudiziari.Ha infine cancellato tutte le feste laiche del calendario, a partire dal 1? Maggio. Un insieme di nefandezze senza precedenti portate avanti da un delirio estremista oramai incontenibile. Si ? giustificato dicendo che lo ha fatto per il PIL. Se la recessione prodotta da questa manovra non rappresentasse la pi? grave tragedia per i giovani e per il Paese, ci sarebbe persino da ridere. Invece dovremo far ben altro, in primo luogo indicare una ragionevole alternativa e un’adeguata mobilitazione che la sostenga. Quel che c’? oggi si pu? cambiare con la forza delle idee e della democrazia.P.S.: abbiamo sentito voci nel sindacalismo italiano che a differenza della CGIL hanno commentato il decreto del governo come un provvedimento fatto di luci ed ombre. ? una posizione legittima, che magari risulterebbe pi? chiara se si desse un peso alle ombre rispetto alle luci. Altrimenti c’? il rischio che questo giudizio suoni ambiguo e risulti funzionale solo al non prendere iniziative. C’? invece bisogno dell’iniziativa di tutti, perch? questa manovra ? un danno per l’Italia. Cambiamola!
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