La CGIL condivide la battaglia perch l’acqua rimanga un bene pubblico essenziale quale diritto universale e invita tutti i propri iscritti e simpatizzanti ad aderire alla campagnaÿreferendaria promossa dal comitato promotore. ( www.acquabenecomune.org )ÿIl leader della CGIL, Guglielmo Epifani, ha firmato per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua. Lo ha fatto a margine del del XVI congresso della confederazione spiegando, insieme con i promotori del referendum, i motivi della sua adesione nel corso di un breve incontro con i giornalisti. La CGIL non tra i promotori – ha detto Epifani – so che la raccolta sta avendo un risultato molto importante. In dieci giorni sono state raccolte gi 240 mila firme. E’ un tema molto sentito tra i cittadini. Partiamo dal principio che l’acqua un bene pubblico che deve essere gestito in maniera pubblicaÿÿÿÿÿ Clicca qui per sapere dove firmare in Toscanaÿÿ I quesiti referendari:Quesito nø 1®Volete voi che sia abrogato lart. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 ?Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitivit , la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria? convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dallart. 30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n. 99 recante ?Disposizioni per lo sviluppo e linternazionalizzazione delle imprese, nonch in materia di energia? e dallart. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante ?Disposizioni urgenti per lattuazione di obblighi comunitari e per lesecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunit europee? convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166?¯COSA VUOL DIRE?Con questo referendum si intende fermare la privatizzazione dellacqua abrogando i 12 commi dellart.23 bis della Legge n.1332008. E lultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalit ordinarie di gestione del servizio idrico laffidamento a soggetti privati attraverso gara o laffidamento a societ a capitale misto pubblico-privato, allinterno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%. Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a societ a totale capitale pubblico.Queste ultime, infatti, cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in societ miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le societ miste collocate in Borsa, le quali, per mantenere laffidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015. Abrogare questa norma significa contrastare laccelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.ÿQuesito nø 2®Volete voi che sia abrogato lart. 150 (Scelta della forma di gestione e procedure di affidamento) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 ?Norme in materia ambientale?, come modificato dallart. 2, comma 13 del decreto legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008.COSA VUOL DIRE?Con questo referendum si intende aprire la strada alla ripubblicizzazione. Si propone labrogazione dellart. 150 (quattro commi) del D. Lgs. n. 1522006 (c.d. Codice dellAmbiente), relativo ala scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato. Larticolo definisce come uniche modalit di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Societ per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico.Labrogazione di questo articolo non consentirebbe pi il ricorso n alla gara, n allaffidamento della gestione a societ di capitali, favorendo il percorso verso lobiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunit locali. Darebbe inoltre ancor pi forza a tutte le rivendicazioni per la ripubblicizzazione in corso in quei territori che gi da qualche tempo hanno visto il proprio servizio idrico affidato a privati o a societ a capitale misto.ÿQuesito nø 3®Volete voi che sia abrogato il comma 1, dellart. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 ?Norme in materia ambientale?, limitatamente alla seguente parte: ?delladeguatezza della remunerazione del capitale investito??¯COSA VUOL DIRE?Con questo referendum si intende eliminare i profitti conseguiti attraverso lo sfruttamento del bene comune acqua. Si propone labrogazione dellart. 154 del Decreto Legislativo n. 1522006 (c.d. Codice dellAmbiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico determinata tenendo conto dell ?adeguatezza della remunerazione del capitale investito?.Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e dimmediata concretezza. Perch la parte di normativa che si chiede di abrogare quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.Abrogando questa parte dellarticolo sulla norma tariffaria, si eliminerebbe il ?cavallo di Troia? che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici, avviando lespropriazione alle popolazioni di un bene comune e di un diritto umano universale.
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