No all’abrogazione di fatto degli studi di settore, che avverrebbe se fossero approvati gli emendamenti al decreto anticrisi (presentati in particolare della Lega) che riduce l’efficacia di questi strumenti fiscali. E’ quanto chiede al governo la Cgil, in vista della riunione di domani delle Commissioni bilancio e finanze della Camera per l’esame del provvedimento. L’eventuale approvazione di tali proposte di modifica potrebbe compromettere ulteriormente il gia’ difficile rapporto con il sindacato.Gli emendamenti che prevedono l’abolizione dell’accertamento automatico nei confronti dei contribuenti che denunciano redditi inferiori a quelli previsti dagli studi di settore e l’inversione dell’onere della prova, non piu’ a carico di chi non e’ in linea con i parametri ma dell’amministrazione fiscale, abrogano di fatto gli studi di settore. E gia’ le stesse norme sugli studi di settore contenute nel decreto anticrisi – spiega il responsabile del dipartimento economico della Cgil, Beniamino Lapadula – ne rappresentano un sostanziale svuotamento.asca
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